AGI - Il Lingotto di Torino è la casa dei comuni fino a venerdì 22 novembre. Si è aperta, nella mattina di mercoledì, la 41esima assemblea dell'Anci che ha scelto il successore di Antonio De Caro alla guida dei comuni italiani. Come previsto il successore, eletto all'unanimità, è il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. La guida dei campanili italiani resta quindi al Sud, nonostante fino alla settimana scorsa il derby interno al Pd per la successione vedeva in campo anche il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo. Manfredi poco dopo la sua elezione ha chiarito con i giornalisti che con "Stefano siamo amici" e "lavoreremo insieme". Un'edizione sotto il titolo 'Facciamo l'Italia giorno per giorno' che, come ha spiegato il padrone di casa Lo Russo, contiene "la dimensione plurale" dell'impegno di tantissimi sindaci e sindache e il secondo tema che il titolo richiama e' la fotografia di un impegno che non si ferma mai. Nella gestione del quotidiano e nella necessaria visione di programmazione e del futuro.

Ad aprire i lavori anche il capo dello Stato, Sergio Mattarella, che dopo una giornata tutta torinese ha presenziato alla cerimonia di apertura dell'Assemblea. A lui è andata la standing ovation dei sindaci presenti al Lingotto e il discorso è stato più volte accompagnato da fragorosi applausi, soprattutto quando ha voluto ricordare i sindaci scomparsi nell'esercizio della loro funzione, in particolare Mirella Cirini, sindaca di Castellanza, morta al termine delle celebrazioni del 25 aprile con ancora la fascia tricolore addosso.

Quella di apertura è stata una cerimonia in cui l'oramai ex sindaco di Bari, Antonio De Caro, in un commosso, breve e intenso discorso ha passato il testimone a Manfredi definendolo un "gentiluomo" e rivolgendosi ai primi cittadini in sala ha detto: "Abbiate cura di noi, della nostra Italia, di chi vi aspetta a casa e che ripone fiducia e speranza in quella fascia che portate e che vi rimarrà tatuata tutta la vita". Per Manfredi, visibilmente emozionato fin dalle prime battute, sono stati 51 minuti di un intervento denso, dove non sono mancati i ringraziamenti per un uomo senza tessera di partito, sbarcato alla guida di Napoli appena 3 anni fa, dopo un'esperienza di governo. Sembra incredulo per questa veloce scalata alla guida dell'Anci e forse per questo ancora più grato. Stessa stima è stata rivolta al presidente della Repubblica che ha definito un "riferimento morale e istituzionale per il nostro impegno di sindaci".

Ma poi il discorso del neo presidente non ha mancato di mettere i piedi a terra affrontando tutte le questioni sul tavolo dei sindaci italiani, partendo dal coinvolgimento istituzionale dei comuni ribadendo la propria autonomia, sempre in un'ottica di dialogo e collaborazione con governo e parlamento. Alle massime istituzioni Manfredi chiede di rivedere le misure previste nella legge di bilancio che riguardano i tagli agli enti locali, l'annullamento del turnover al 75% ritenuto "inaccettabile" per i comuni, la riforma del Tuel, più tutela per i comuni piccolissimi contro lo spopolamento, norme più certe per i cantieri, ma anche un dialogo più serrato sul cambiamento climatico chiedendo progetti concreti per il suo contrasto e la tutela dei territori.

Un discorso a 360 gradi che non ha dimenticato le sfide globali e quelle europee, partendo dall'auspicio che nella prossima commissione europea possa essere proprio Raffaele Fitto l'interlocutore privilegiato. "Questo è l'impegno più serio che prendo oggi con voi: l'Anci continuerà a crescere, forte nella sua unità, indipendenza e autonomia, determinata nella tutela degli interessi dei Comuni, sempre con l'obiettivo di salvaguardare l'interesse generale dell'Italia" ha detto chiudendo il suo lungo discorso rivolgendo un pensiero alla sua Napoli e alla sua famiglia. All'Anci inizia cosi' l'era Manfredi, all'insegna dell'unanimità che questa assemblea di amministratori ha dimostrato nel voto e nelle grandi sfide del nostro tempo a cui i sindaci sono chiamati a rispondere sui propri territori spesso con strumenti dimezzati.